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Nella baia di San Francisco spettacolare incidente alla barca del defender della Coppa America Oracle, che in una giornata di vento forte si è ribaltato durante un allenamento. Non si è fatto male nessuno, ma i danni alla barca sono ingenti e terranno fermo il team per un po’. Tanto per fare qualche cifra una “piattaforma”, si chiama così il catamarano nella comunità dei progettisti, ha un costo tecnico di costruzione di circa 5 milioni di collari, escluso la ricerca e lo sviluppo, per il quale stanno lavorando da ormai anni una ventina di persone. Il costo dell’ala rigida che è la propulsione principale al posto delle vele morbide, sempre di sola costruzione, è di circa due milioni e mezzo. Certo Larry Ellison che anima il sindacato è costantemente tra i cinque, sei uomini più ricchi del mondo, ma questo incidente rischia di rallentare le operazioni e gli allenamenti. Questo catamarano è della classe AC 72, lungo quindi circa ventidue metri ed è come una delle barche con cui verranno disputate il prossimo anno da aprile a settembre la Louis Vuitton Cup, regata di selezione sfidanti, e poi la Coppa America. Finora abbiamo visto in regata, come a Venezia e Napoli, solo i piccoli AC45, che simulano i fratelli più grandi nelle reazioni. Tuttavia la musica, crescendo di dimensioni, è molto diversa e perfino gli equipaggi temono le prestazioni fuori controllo. Quello di Oracle è un concreto assaggio di quello che può succedere. La sfida progettuale è di far letteralmente volare le barche, che si sostengono come un aliscafo sulle pinne di deriva e i timoni. Lo speedometro (strumento che misura la velocità) sale fino a 40 nodi, velocità che molti motoscafi non sono in grado di raggiungere. E sono proprio derive e timoni il campo dove ci si attende il maggior sviluppo tecnologico e dispendio di energie da parte dei team. Le barche si ribaltano quando per effetto del mare la prua di uno scafo comincia a infilarsi sott’acqua e fa da freno e perno. I pericoli per l’equipaggio sono concreti: si vola in acqua o dentro l’ala. Per questo gli uomini sono protetti come calciatori di football americano, con caschi e imbottiture anche sostegno di galleggiamento, piuttosto ingombranti. L’incidente avviene a pochi giorni dal varo di Luna Rossa a Auckland, che sarà il quarto catamarano AC 72 ad essere varato, del tutto simile a Emirates Team New Zealand con cui il team di Patrizio Bertelli ha condiviso il progetto. Gli scafi sono stati costruiti in Italia secondo il regolamento della Coppa, poi trasferiti e completati in Nuova Zelanda dove un po’ tutto il mondo della Coppa America ha lasciato il cuore. Il team condotto da Max Sirena è nella città australe dove dopo il varo inizierà gli allenamenti prima del trasferimento armi e bagagli a San Francisco. Sempre in argomento ali e derive Luna Rossa ha condotto alcuni allenamenti non molto segreti, dovevano esserlo, in Sardegna. Le altre barche AC 72 pronte sono Emirates Team New Zealand, che ha dimostrato una bella stabilità e velocità nei video disponibili e Artemis Racing, sindacato condotto da Paul Cayard, che ha provato prima un’ala su un trimarano modificato (per non incorrere nel limite di costruzione previsto dal regolamento e far presto) e poi portato a San Francisco la nuova barca. Mentre si attende che il circuito degli AC 45, aperto a più partecipanti, torni in scena a Venezia in aprile e a maggio a Napoli queste quattro barche sono le uniche che, a meno di sorprese, vedremo in regata l’anno prossimo a San Francisco.

 

Patrizio Bertelli con la consegna avvenuta a Newport durante le regate delle World Series del luglio 2012 è stato il primo italiano a entrare nel ristretto, anzi ristrettissimo club, della Hall of Fame della America’s Cup. Il riconoscimento gli è stato assegnato nel corso delle regate delle World Series di Newport, dove Luna Rossa Piranha ha vinto le regate di flotta. Si arriva alla Hall of Fame per votazione di un gruppo di saggi, e le caratteristiche richieste da chi lo concede sono un mix di buone intenzioni, di sportività, anche tecnica. Non ci sono solo gli “armatori” nella breve lista: oltre ai Vanderbilt e Bond ci sono marinai, tecnici, inventori. L’importante è aver dato qualcosa al grande trofeo, e averlo dato con lo spirito giusto. C’è in fondo un filo di moralismo americano, puritanesimo un po’ settario: ma dalla parte buona delle cose, dove lo spirito antico ha una faccia gradevole, serena e concreta. Insomma non un’etichetta dove la data è di fantasia e la grafica new old. Non è un caso che la vita della Hall sia condivisa con l’Herreshof Marine Museum ovviamente in Rhode Island, campo storico della Coppa America. La famiglia Herreshof ha segnato con i suoi progetti e le sue costruzioni le vittorie americane del ‘900. Nathaniel Herreshof è il sogno di chi comincia a disegnare barche. Patrizio Bertelli è uomo di grande passione, dietro le sue inimitabili prese di posizione c’è sempre a guidarlo un alto tasso di desiderio per la vittoria, sconosciuto a molti che si contentano di esserci, neanche partecipare. La passione per la Coppa gli è nata quando ha cominciato a navigare sui famosi sesta classe di Vasco Donnini, uomo pratico che con il taglia e cuci trasformava scavafango in fuoriserie. È uscito allo scoperto quando con Luna Rossa edizione 2000 ha vinto la Louis Vuitton Cup. Dopo quella volta, seguendo il consiglio di sir Peter Blake ci ha provato e riprovato. Caparbio e tenace. L’anno prossimo a San Francisco sarà la quarta volta con Luna Rossa, alleato di Emirates Team New Zealand e anche per questo rispettato e temuto. Nella storia solo altri due lo hanno fatto: il barone Marcel Bich con i suoi France, e l’australiano Aland Bond, unico a vincere nell’83. Più di loro il mitico Thomas Lipton, arrivato ottuagenario a cinque sfide con i suoi Shamrock.

La tappa finale delle World Series della stagione 2011 2012 è a Newport – Rhode Island, come piace dire agli americani. Per la Auld Mug (il vero nome della vecchia brocca cesellata da Garrard nel 1848) è un ritorno a casa, come per molti marinai un ritorno ai 22 anni di età. Nelle edizioni ruggenti dei primi anni ottanta molti di quelli che adesso sono nei posti chiave della organizzazione e nei sindacati erano solo ragazzi carichi di speranze e voglia. I nomi che adesso sono carichi di medaglie (per alcuni nel vero senso della parola) allora erano li a pulir carene, pur di esserci. Adesso hanno famiglia, allora (quasi) dormivano in camper. Le regate di Coppa America sono state corse a New York fino al 1930, poi nell’era dei maestosi J Class (era Lipton Vanderbilt, Sopwith) sono arrivate a Newport, luogo di vacanza dei ricchi americani sulla costa atlantica. Mare anche di bonacce e nebbie però. Dopo la seconda guerra mondiale è stato il campo di regata dei 12 metri stazza internazionale, fino a quando Australia II di Alan Bond ha strappato il trofeo agli americani portandolo a Perth e lasciando la cittadina, che viveva di presunzione ma soprattutto di Coppa America, nel vuoto. Fino a queste regate il campo storico delle grandi regate era stato animato solo nel 2004 dall’UBS Trophy, regata dimostrativa tra Alinghi vincitore del 2003 e Oracle. Allora Ernesto Bertarelli e Larry Ellison erano grandi amici e non pensavano ancora alla dura lotta legale iniziata nel 2007, che alla fine è costata notorietà, credibilità e sponsor alla Coppa, oltre a molti soldi (c’è chi dice 200 milioni di dollari) ai due ricconi. Si torna dunque nel tempio per un format di regate come quelle che abbiamo visto a Venezia, i team si sfidano in un pacchetto di regate di flotta, match race e prove di velocità a bordo dei catamarani AC 45, i monotipi in taglia ridotta scelti per questo circuito. I padroni di casa di Oracle Team si sono preparati a dovere e hanno fatto della finale match race una questione ristretta alle due loro due barche, a un giorno dalla fine sono anche in testa alla classifica delle regate di flotta. I nostri di Luna Rossa sono ripartiti un po’ in ritardo. Durante questi mesi hanno fatto allenamenti “segreti” sulla costa sarda dove provano, si dice, alcune versioni ristrette della ala che poi verrà issata sull’AC 72, ovvero la barca che si usa l’anno prossimo a San Francisco per la Louis Vuitton Cup e la eventuale Coppa America cui si è iscritto anche Team Korea, portando a quattro gli sfidanti per le regate di selezione. Il team italiano è ormai trasferito quasi per intero a Auckland, Nuova Zelanda, dove si sta completando la barca e presto inizieranno gli allenamenti. Fino alla partenza per San Francisco, attorno a marzo aprile dell’anno prossimo, resteranno lì. La sfida ora, è appunto tutta sulla realizzazione dell’ala migliore: 40 metri, dove la tecnologia, più che nella struttura, sta nei complessi calcoli per raggiungere le prestazioni migliori con il vento di San Francisco. Da dicembre, che non è poi così lontano, sarà infatti proibito continuare a collaborare nel settore progetto con Emirates Team New Zealand e bisognerà continuare a produrre velocità da soli. Non ha insomma una grande importanza, per il team italiano, come andranno a finire queste regate di Newport, che chiudono una stagione che Luna Rossa ha iniziato in ritardo e che comunque, sia a Napoli che a Venezia, a vissuto da protagonista.

Grande spettacolo a Venezia per il giornio conclusivi delle America’s Cup World Series. Il pubblico assiepato sulla riva degli Schiavoni, la riva dei Sette Martiri, le tantissime barche che da diporto e le tradizionali “tope” della cultura veneziana ancorate lungo il percorso sono stati uno spettacolo nello spettacolo che ha reso alla Coppa America un grande servizio. Forse ha ragione chi dice che doveva essere Event Authority a spendere piuttosto che la città. Il vincitore delle regate di flotta è il francese Team Energy: timoniere Loick Peyron, uno degli uomini più esperti nel portare una barca che non ha un solo scafo, ha condotto con sapienza la sua barca, rimanendo saldamente in testa alla classifica fin dai primi giorni e vincendo la regata finale e punteggio triplo.  Artemis Racing, il sindacato svedese con Ceo Paul Cayard e timoniere Terry Hutchinsons ha vinto la classifica match race, battendo Luna Rossa Piranha nell’ultima regata, una sola, che valeva come finale. Che dopo le prestazioni del primo week end e quella della settimana sperava di essere nelle parti alte della fleet race. Ma proprio nell’ultima prova, il vento debole e una penalità presa subito in partenza hanno segnato la prestazione. “volevamo essere i primi alla boa di lasco- ha detto lo skipper Max Sirena, siamo stati molto aggressivi, alla fine troppo e abbiamo pagato”. La classifica comunque comincia a raccontare che i francesi, sempre grandi specialisti di catamarani, continuano a esserlo, è piuttosto sorprendente che non siano stati assunti in forze dai team. L’ultima giornata di Luna Rossa insomma non è a livello della settimana e le costa forse troppo in classifica. L’evento dimostra anche che è del tutto possibile allestire un evento sportivo e interessare il pubblico con la vela. Certo, Venezia è una città di mare, e una risposta del genere è anche naturale, tuttavia la kermesse è piaciuta anche a un pubblico più generale, oltre che ad alcuni personaggi eccellenti come Tom Cruise e Spielberg, Lapo Elkan, Miuccia Prada. Al mattino le barche della regata si sono mischiate a quelle della festa della Sensa, lo sposalizio del mare dove il Doge, in realtà in tempi moderni il sindaco, getta in mare l’anello dello sposalizio del mare accompagnato da tutte le barche tradizionali per una grande parata da San Marco al Lido. Le World Series tornano a fine giugno con le regate di Newport Rhode Island, a fine agosto invece si regata a San Francisco.

A Venezia sono iniziate le regate dell’ America’s Cup World Series, da giovedì a domenica grande spettacolo tra il Lido e il bacino di San Marco. Luna Rossa, con i suoi due equipaggi Piranha e Swordfish, parte con il ruolo di favorita e protagonista, almeno nella parte di programma delle regate di flotta. Piranha, la barca condotta dal giovane anglosassone Chris Draper ha vinto le regate di Napoli conquistando la vittoria nella regata finale a punteggio quintuplo, ha vinto sabato scorso la classifica del Trofeo Arzanà. Gli avversari sembrano aver trovato subito un osso duro, il team forte di sempre che in breve tempo ha colmato il divario con gli altri. Lo skipper Max Sirena, che naviga a bordo di Swordfish ha detto: “La vittoria conquistata a Napoli è già un piacevole ricordo. Questo è un altro appuntamento importante, pieno di incognite e distrazioni. Non vogliamo essere distratti dal nostro obiettivo finale, imparare a navigare bene su queste barche, evolvere il nostro progetto. Il nostro obiettivo è vincere la Coppa America”. Il massimo trofeo velico, la quarta sfida per Patrizio Bertelli, la quinta per lo skipper Max che nel frattempo l’ha vinta come responsabile dell’ala di Bmw Oracle. “Nonostante sia cambiata la barca – racconta lo skipper riminese – e siamo passati dai monoscafi ai catamarani sarà ancora una volta fondamentale avere una barca veloce e dei velisti bravi. La grossa novità rispetto al passato sono le velocità. A San Francisco con il nuovo AC 72 saranno barche paurose da navigare. Troveremo condizioni di 15, 20 nodi, sembrano normali ma con quelle barche diventeranno estreme. Sarà una barca molto potente e difficile da gestire in quelle condizioni”. Le previsioni parlano di velocità fino a 44 nodi, quasi 15 in più di quelle finora espresse dagli Ac 45, ovvero i catamarani con cui si regata in questi giorni. “Un altro degli aspetti complicati è la logistica e il lavoro dei tecnici che devono mantenere la barca efficiente – prosegue Sirena – L’ala è un oggetto che consente prestazioni molto elevate, ma con delle complicazioni nella sua gestione”. Per questo per esempio le barche vengono ormeggiate a una boa, libere di girare su se stesse e quindi di assumere una posizione in cui l’ala è nel letto del vento.

Gioventù ed esperienza sono stati i grandi protagonisti della giornata di apertura dell’AC World Series di Venezia. Nathan Outteridge, che con i suoi 26 anni è uno degli skipper più giovani della flotta, ha guidato Team Korea al successo nella prima regata di flotta mentre il cinquantaduenne Loick Peyron ha fatto sua la seconda prova e ha fatto rientro in Arsenale da leader della classifica provvisoria. “Incredibile. Condizioni meteo favolose, neve sulle montagne e Energy Team al comando della classifica – ha commentato  Peyron  – Queste barche sono uniche quando l’acqua è piatta. Abbiamo fatto davvero un grande lavoro: siamo molto contenti”. Imponente il numero di spettatori verso il campo di regata, circondato da barche di ogni genere e tipo. La giornata non è stata delle migliori per il leader della classifica generale James Spithill. Lo skipper di Oracle ha rimediato un ottavo e un quarto che lo hanno relegato al settimo posto della classifica generale. Emirates Team New Zealand, non ha approfittato del momento di difficoltà del diretto avversario e si è piazzato in quarta posizione, solo tre punti davanti a Spithill. I due AC45 di Luna Rossa, supportati dal pubblico e indicati tra i favoriti della vigilia, hanno regatato con alterne fortune. Piranha, vincitore a Napoli, ha chiuso la giornata in sesta posizione. Un piazzamento compensato dall’ottimo score di Swordfish, portato da Paul Campbell-James e dallo skipper Max Sirena al secondo posto grazie a due piazzamenti nei quattro. “Certo non possiamo negare di aver sentito la pressione di regatare davanti a centinaia di supportare che fanno il tifo per noi – ha spiegato Campbell-James – Di certo ci sentiamo più preparati rispetto a Napoli: c’è comunque ancora da fare per raggiungere il livello dei team di alta classifica”. Nathan Outteridge, il più giovane tra gli skipper in regata, ha disputato una prima regata perfetta e ha portato a casa la prima vittoria della sua carriera nelle AC World Series. Nella seconda regata, però, si è dovuto produrre in una rimonta per porre rimedio a una pessima partenza. Alla fine ha conquistato un sesto posto, utile a far sua la terza piazza provvisoria. La classifica determinata dalle due regate di flotta disputate oggi è servita a determinare gli accoppiamenti dell’evento di match race che si è aperto con il duello tra Oracle Team Usa Bundock e China Team, rispettivamente ottavo e nono della graduatoria. Superando i cinesi, il team statunitense ha raggiunto i quarti di finale, dove è stato battuto per due a zero da Energy Team. Stesso risultato con il quale si sono chiusi anche gli altri quarti, che, oltre ai citati francesi, hanno promosso alle semifinali Luna Rossa Piranha, Oracle Team Usa Spithill e Artemis Racing.
Nel corso di una cerimonia svolta al mattino davanti al Ponte della Paglia a poche decine di metri da Piazza San Marco, è stata presentata la RedBull Youth America’s Cup. La manifestazione, aperta a velisti di età compresa tra I 19 e I 23 anni, darà l’opportunità ai più giovani di muovere i primi passi all’ombra della Coppa America. Un’occasione unica, come ha avuto modo di sottolineare James Spithill. Le regate si svolgeranno nell’estate del 2013 a San Francisco.

Fleet Racing Championship – Risultati provvisori (dopo due regate)

1.Energy Team, 18 punti
2.Luna Rossa Swordfish, 16 punti
3.Team Korea, 15 punti
4.Emirates Team New Zealand, 13 punti
5.Artemis Racing, 13 punti
6.Luna Rossa Piranha, 12 punti
7.ORACLE TEAM USA Spithill, 10 punti
8.ORACLE TEAM USA Bundock, 7 punti
9.China Team, 4 punti Match Racing Championship –

Qualificazioni e quarti di finale Match Race
Qualificazione 1: Oracle Team Usa Bundock batte China Team (1-0)
Match Race QF 1: Oracle Team Usa Spithill batte Luna Rossa Swordfish (2-0)
Match Race QF 2: Luna Rossa Piranha batte Team Korea (2-0)
Match Race QF 3: Artemis Racing batte Emirates Team New Zealand (2-0)

Tocca a Luna Rossa condurre la classifica dopo il primo giorno di regate del Trofeo Arzanà. Luna Rossa Piranha, la barca condotta da Chris Draper e Francesco “Checco” Bruni ha vinto tutte le tre regate in programma. Poco vento, molto pubblico di fronte al Lido, Molo san Nicolò, dove è stato allestito il campo di regata. Delle 1600 barche che si sono accreditate per poter accedere alle zone riservate al pubblico ce n’era quasi la metà. La barca italiana solo nella terza prova ha rischiato di perdere a favore della svedese Artemis, ma un bel passaggio alla ultima boa e una penalità inflitta dagli arbitri agli svedesi hanno consegnato la vittoria a Luna Rossa. Il monte premi per queste regate è di 50 mila euro, una dotazione consistente per il mondo della vela. Domenica si arriva con l’ultima prova nel bacino di San Marco, dove il pubblico potrà vedere da vicino i catamarani. In bacino sono arrivate alcuna barche importanti. Il nuovo “piccolo” megayacht di Larry Ellison, costruito perché il suo Rising Sun (solo 160 metri) è troppo grande e poco maneggevole in alcune situazioni. Musashi, ama i nomi giapponesi, è lungo solo 88 metri, più adatto a frequentare i porti piccoli ed entrare in città. E’ arrivato anche Altair di Diego Della Valle, una nave di 59 metri da lavoro restaurata e modificata per la crociera. Nei prossimi giorni sono previsti altri arrivi. Racconta il timoniere di Luna Rossa, Chris Draper: “Oggi siamo partiti molto bene e siamo davvero soddisfatti perché é qualcosa sulla quale abbiamo lavorato a lungo è sempre un bene vedere che gli allenamenti danno i frutti sperati. E’ sempre bello vincere, ma lo è ancora di più toccare con mano i propri miglioramenti”.Paul Campbell-James, timoniere di Luna Rossa Swordfish dove naviga anche lo skipper Max Sirena ha conquistato la seconda posizione, a soli 6 punti dall’AC45 portato dai compagni di squadra.“Dopo la prima regata abbiamo capito di essere in fase positiva – ha detto – Il vento era leggero e instabile, condizioni che possono determinare improvvisi rimescolamenti”. Al terzo posto si è attestato Energy Team del rientrante Loick Peyron, l’uomo più veloce attorno al mondo grazie al primato stabilito alcuni mesi fa con il maxi trimarano Banque Populaire V. .Alle regate odierne hanno preso parte sette equipaggi. Non sono scesi tra le boe un equipaggio di Oracle Team USA e Emirates Team New Zealand, costretto ai “box” da alcune riparazioni, dovrebbero partecipare alle regate finali.

Classifica provvisoria
1. Luna Rossa – Piranha, 27 points
2. Luna Rossa – Swordfish, 21 points
3. Energy Team, 20 points
4. Oracle Team USA Spithill,19 points
5. Artemis Racing, 16 points
6. China Team, 12 points
7. Team Korea, 11 points
8. Emirates Team New Zealand, 0 points
9. Oracle Team USA Bundock, 0 points