Sono ancora loro i più forti del mondo: i kiwi, i velisti che arrivano dalla Nuova Zelanda, quel posto dall’altra parte del globo che si può raggiungere facendo un buco sotto i piedi, passando per il centro della terra per poi sbucare sotto una felce del golfo di Auckland. Sulla loro strada hanno incontrato un team nuovo, forte, di bandiera russa e timoniere polacco. La finale del Louis Vuitton Trophy La Maddalena è finita così: per tre punti a due Emirates Team New Zealand batte Synergy, finalista a sorpresa. Il cammino di Emirates verso la finale è fatto di un round robin finito al terzo posto e di una semifinale vinta per due a uno contro Artemis, il sindacato svedese gestito da Paul Cayard. Quello di Synergy è più complesso: round robin finito al quinto posto, quarti di finale vinti contro Mascalzone Latino Audi Team per due a uno, semifinale contro All4One vinta per due a zero.
Fino alla prima poppa della terza regata della finale Karol Jablonski e il suo equipaggio hanno visto da vicino il successo nella grande impresa: stavano vincendo per tre a zero contro l’equipaggio considerato il più forte del mondo. La realizzazione di un sogno, la porta aperta verso un futuro importante, la Russia finalmente nel circo massimo della vela. Karol ha sostanzialmente vinto tre partenze e sta conquistando tre punti in regate di vento debole contro Emirates. Però sotto quella boa del cancello di poppa affondano tutte le belle speranze di conquistare per un tre a zero secco la vittoria finale. La drizza del gennaker si impiglia, la vela resta su, non vuole scendere. Con la coda dell’occhio vede sfilare all’altra boa gli avversari e Dean Barker sempre più sicuro di se che si arrampica deciso verso la boa di bolina. Ci saranno altri momenti importanti, possibilità di vincere. Ma in realtà la partita è chiusa perché è iniziata la rimonta di Emirates Team New Zealand. Che vince quella regata e le due successive in una giornata che sembrava di bonaccia ma che si è trasformata in una giornata di grande vela. I kiwi chiudono il programma e lo spettacolo delle regate in Sardegna chiudendo tutte le porte, conquistano il pareggio somministrando una penalità all’avversario. Poi lo battono nella bella finale lasciandolo in mezzo alla ultima poppa alle prese con un inglorioso gennaker rotto. I kiwi festeggiano con il consueto champagne Moet a pochi mesi dalla vittoria del Louis Vuitton Trophy Auckland con Yves Carcelle Ceo di Louis Vuitton e Bruno Troublé, inventore della manifestazione, che salgono a bordo subito dopo il taglio della linea di arrivo.
Se dai kiwi ci si aspetta solo vittorie, e non fanno che confermare il pronostico, dai russi sono venute belle sorprese, la vela trova un protagonista in più. Racconta Grant Dalton, l’anima esperta del team neozelandese: “abbiamo bisogno di essere battuti per risorgere, di sentirci sotto per tornare forti. Ma se andiamo avanti così prima o poi troviamo qualcuno che ci batte davvero”. Karol Jablonski fa i conti con la sconfitta: “Abbiamo perso… ma siamo contenti di aver raggiunto la finale e dimostrato di essere cresciuti tanto in questo gioco. Abbiamo tenuto il passo con i migliori ma oggi abbiamo fatto più errori di Emirates, e di solito vince proprio chi fa meno errori. Spero che la prossima volta riusciamo a essere ancora più forti”.
La classifica:
1) Emirates Team New Zealand
2) Synergy
3) All4One
4) Artemis
5) Mascalzone Latino Audi Team
6) Azzurra
7) TEAMORIGIN
8) Luna Rossa
9) BMW Oracle Racing Team
10) ALEPH Sailing Team