La favola di Alinghi dura da dieci anni e potrebbe continuare. E’ iniziata quando Ernesto Bertarelli si è reso conto che poteva avere a disposizione i velisti più forti del mondo: lo skipper Russel Coutts e i suoi fedelissimi erano in rotta con la gestione di Team New Zealand, volevano guadagnare quanto gli altri atleti. Avevano appena battuto Luna Rossa, con una superiorità schiacciante. Bertarelli era un giovane che aveva provato a vivere la vela e che conosceva le regate e finì con il pensare “sono giovane, ma devo provare adesso a vincere la Coppa America. E’ l’equipaggio più forte che esiste e non avrò un’altra occasione come questa”. Naturalmente aveva ragione a fidarsi di Coutts: nel 2003 ha sbaragliato il campo portando la Coppa in Europa. I kiwi sapevano creare barche una generazione avanti. Il dominio di Alinghi è stato consistente fino al 2007, quando pur con un team con i capelli grigi e senza Coutts lasciato a casa per motivi mai spiegati fino in fondo. vinceva sempre. Dice bene Bertarelli, e i suoi errori di impostazione e gestione di questa ultima edizione non cancellano quella che lui chiama: “ Una storia fantastica nell’America’s Cup. Abbiamo vinto e difeso la Coppa organizzando belle regate a Valencia. Anche la 33a America’s Cup con questi giganteschi multiscafi sarà ricordata per sempre come un evento davvero unico, speciale e straordinario. Alinghi ha sempre avuto l’obiettivo di vincere, ma per vincere bisogna anche accettare il rischio di perdere. Fa parte del gioco. Quello dell’America’s Cup è un gioco duro e spietato. Noi dobbiamo accettare il fatto che il nostro avversario era un team che ha dimostrato di essere superiore e che aveva realizzato un prodotto fantastico, l’ala rigida, che ha messo a disposizione della loro imbarcazione una quantità di potenza incredibile”.
Dopo il silenzio e la concitazione delle ultime ore ci si interroga sul futuro. Ci sarà un nuovo Alinghi? Sarà ancora alla Coppa America o tenterà altre strade, per esempio la Volvo Ocean Race, qualche record attorno al mondo? E’ difficile ripartire da zero, affrontare un Coppa da sfidante come gli altri senza poter scrivere le regole, dopo un passato così ricco di successo. Forse con un poco di pragmatismo si può pensare a un nuovo orizzonte, e il mare ne offre molti. Quello che sembra sicuro è che: “Alinghi continua comunque a essere una squadra formidabile con valori molto forti, uno spirito determinato e una competitività altrettanto forte. Noi aspetteremo di capire quali saranno le nuove regole dell’America’s Cup. Prenderemo in considerazione anche altri eventi dove poter continuare a dimostrare quello che abbiamo già dimostrato così a lungo in passato. Difenderemo i nostri colori in giro per il mondo sulle più belle imbarcazioni possibili. Alinghi tornerà ad essere quello di sempre”. Un consiglio: faccia tesoro degli errori commessi.
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La Coppa America torna negli Stati Uniti, era partita nel 95 dopo la vittoria di Team New Zeland adesso Larry Ellison con il suo Bmw Oracle ad ala rigida la riporta a casa. Il team americano ha vinto due regate fantastiche con i colori del Golden Gate Yacht Club di San Francisco dove sarà custodita lasciando l’avversario molto lontano. Ad Ernesto Bertarelli, defender sconfitto con Alinghi, restaranno molti rimpianti per come ha gestito questa ultima sfida. Si pensa già al futuro e il primo degli sfidanti per l’edizione 34 è il Club Nautico Roma con Mascalzone Latino di Vincenzo Onorato che ha firmato un protocollo d’intesa per la prossima edizione. Da definire assieme agli altri sfidanti barche e formato e tempi. E’ surreale l’atmosfera di sollievo che si respira nel mondo della Coppa. Michael Fay, che nell’88 è stato battuto dagli americani con una barca simile ha tifato Bmw Oracle e ha detto “è giusto così: Bertarelli l’ha vinta male, ha organizzato la difesa male e adesso la perde. Lo merita”.
Bmw Oracle ha stravinto la prima regata della 33 Coppa America, finalmente iniziata al largo di Valencia, in pezzo di mare così lontano dalla costa che non si distinguevano i confini della città. Una delle inutili scelte fatte per rendere il gioco più difficile ma anche noioso. Il trimarano americano portato da James Spithill ha battuto con agilità e facilità Alinghi dimostrandosi più veloce in tutte le condizioni. L’ala rigida, che sembra quella ingigantita di uno Spitfire, il caccia da guerra che ha scritto la storia dell’aviazione, spinge sempre. Di bolina, di poppa, contro vento o in favore del vento. Pochi si aspettavano una superiorità così netta, insomma quasi tutti credevano che ci fosse più equilibrio, che si fosse un vento con il quale Alinghi poteva vincere e che tutto il gioco fatto finora fosse per dargli un vantaggio. Mancano ancora due regate, mancano ancora forse (speriamo di no) altre udienze presso la Corte Suprema di New York ma il trimarano corre come una palla di cannone e sembra difficilmente battibile. Gli americani insomma hanno fatto lezioni di tecnologia e velocità. A chi gli chiedeva dopo dieci anni di Coppa come si sentiva Ellison ha detto “in realtà questo è il mio primo vero giorno di Coppa”. Ha ragione nelle sue avventure non ha mai passato le selezioni. La partenza di Bmw Oracle è già stata uno spettacolo: è entrato nel box in piena velocità e ha somministrato una penalità ad Alinghi che non poteva scappare e ha tentato di difendersi in dial up, la manovra tipica dei monoscafi che nessuno pensava di vedere. In quei minuti l’unica incertezza della barca americana, che è rimasta ferma, è dovuta tornare dietro la linea e ripartire. Ma lungo la bolina lunga venti miglia (una quarantina di chilometri) ha raggiunto e superato Alinghi che non è mai risucito a navigare con la stessa sicurezza. Incertezza su chi timonava davvero: Ernesto Bertarelli o il francese Alain Gautier, un esperto di alta velocità? Ogni tanto lo scafo che dovrebbe restare per aria tocca l’acqua e rallenta la barca. Quando gli svizzeri provano ad adeguare le vele e l’assetto non cambia nulla, gli altri continuano a giocare al gatto con il topo. Adesso sono tutti ad aspettare domenica per la seconda regata e chiudere la pratica per ricominciare a sperare in una edizione 34 senza litigi e con tanti sfidanti. Come una volta insomma. Oggi arriva a Valencia Vincenzo Onorato che con il Club Nautico Roma potrebbe essere il Challenger del Golden Gate Yacht Club. Il suo avvocato Alessandra Pandarese è qui dall’inizio della manifestazione. Anche Bruno Trouble, che ha inventato la Louis Vuitton Cup è stato a lungo nella base di Bmw Oracle e non ha fatto mistero di tifare americano. Altre indiscrezioni danno quasi sicura una nuova edizione a Valencia, già attrezzata per ospitare la Coppa.
A Valencia la giornata è perfetta per regatare con qualsiasi barca sia costruita per andare in mare con un ragionevole grado di sicurezza. In un circolo velico del nord Europa avrebbero mandati in mare anche i ragazzini con l’Optimist… sotto gli occhi per nulla preoccupati delle mamme: “fa un po’ freddo è c’è vento, ma ti diverti”. Invece i due grandi giganti realizzati con il meglio della tecnologia del carbonio, dell’aeronautica, della nautica sono rimasti fermi in porto. L’esempio calza: “voi portereste una Formula Uno a fare un rally?”. Ma non convince, il mare è uguale per tutti da sempre, le piste no. In questi giorni c’è una barca che somiglia tanto a Bmw Oracle che si chiama Groupama e corre attorno al mondo per conquistare il record Jules Verne in meno di 50 giorni: può viaggiare a 850 miglia in un giorno. Con qualsiasi mare e qualsiasi vento. Non è una barca da rally, è una Formula Uno… A far la differenza è il piano velico tradizionale, senza l’ala. Ma i velisti dicono che regge, l’hanno lasciata montata tutta la notte, con un gommone che sposta il trimarano per non farle prendere vento e tre persone sempre a bordo.
Certo oggi non era attesa nessuna regata, il programma prevede un giorno si e uno no e oggi era giorno no. Comunque dopo tanta attesa sono in tanti a chiedersi perché non si cambi rapidamente il programma, provando a regatare ogni giorno possibile. Ieri il presidente del Comitato Harold Bennet ha provato a spiegare perché ha lasciato le barche in porto. Ha deciso di interrompere l’attesa senza consultare i concorrenti. A guardare il mare da terra era del tutto navigabile e si percepisce una strana volontà di non fare le regate, di tirare in lungo. Il popolo degli osservatori non capisce, è una vacanza non voluta. Qualche sussulto di interesse per le visite dei vip: oggi il signor Virgin e amante dei record a vela e non sir Richard Branson, con la sua chioma bionda ha messo il naso nelle due basi, ha parlato con Ellison, Bertarelli, Coutts. Non lo hanno convinto “la Coppa la guardo…. Non farò la prossima… spero anch’io che in una settimana sia tutto chiuso”. Larry Ellison nel frattempo ha portato dentro al porto il suo megayacht Rising Sun: oltre centotrenta metri dedicati al suo ego, piscine, sale da pranzo e si favoleggia di una teca già pronta per la Auld Mug, vecchio nome della Coppa America. Era sempre rimasto alla fonda al largo e non lo aveva mai voluto portare “nel porto di Bertarelli”. Disgelo? Non sembra, i due non si parlano, non si mandano a dire nulla. Forse una riunione tra i team potrebbe portare un calendario più realistico e veloce. Ma c’è l’ostacolo della udienza del 25 febbraio, che dovrebbe decidere se le vele di Alinghi sono legali, pur parzialmente costruite negli Stati Uniti o no. Domani le previsioni ancora una volta non promettono niente di buono e si uscirà in mare con due ore di ritardo. I meteorologi dicono che la Coppa comincerà domenica.
Nella foto Loick Peyron, fratello di Bruno che detiene il record del giro del mondo con 50 giorni e qualche ora spiega come potrebbe essere la partenza e la regata tra i due multiscafi.
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