Oracle USA ha conquistato ieri notte un incredibile pareggio portandosi così sull 8-8, significa che la regata di questa notte sarà determinante e decisiva per la conquista della Coppa America, per entrambi i team una must win race. Lo ha fatto in due regate corse in una giornata ideale per sole, vento e mare, purtroppo disastrosa per Emirates Team New Zealand che è apparsa davvero inferiore in ogni settore, irriconoscibile rispetto a quella di una settimana fa, quando era lanciata verso la vittoria. I kiwi da domenica scorsa attendono il punto decisivo, che hanno avuto in tasca per ben tre volte. Nella prima regata del giorno il timoniere Dean Barker ha impostato malissimo la partenza, subendo due penalità consecutive che si sono tradotte in un ritardo importante, tuttavia la sua velocità nell’inseguimento è sembrata interessante e i kiwi sono riusciti a guadagnare qualcosa di bolina finendo staccati di 27 secondi. Nella seconda regata Barker è riuscito a partire in testa ma ha impostato molto male la bolina, prima concedendo una separazione all’avversario fin dal cancello di poppa per finire stritolato dall’avversario per una virata fatta nel posto sbagliato con la velocità sbagliata. Da li in poi i kiwi son sembrati burattini inanimati, incapaci di reagire e hanno chiuso con 54 secondi di ritardo. La Coppa America entra ancora una volta nella leggenda: questa è diventata l’edizione più lunga ed incerta di tutti i tempi, ha superato infatti il record di 16 giornate che finora era stato il limite massimo. E’ stato e sarà ancora uno spettacolo incredibile che il trofeo ha proposto raramente, perché di solito il favorito arriva, fa polpette dell’avversario senza troppi complimenti e vince facile. Sono stati rari i ribaltamenti di campo, il più famoso è quello del 1983, anno della vittoria di Australia II contro Liberty di Dennis Conner avvenuta nell’ultima poppa dell’ultima regata dopo una rimonta dal 3 a 1 fino al 4 a 3 (allora bastavano meno vittorie). E’ anche l’anno della partecipazione di Azzurra, che con gli occhiali del passato ancora ci appare leggendaria nonostante il Moro e Luna Rossa abbiano vinto la Louis Vuitton Cup. Proprio a San Francisco nelle scorse settimane il rocambolesco Alan Bond e il suo skipper Alan Bond hanno festeggiato con l’ equipaggio quella storica vittoria. Adesso Oracle ha la rincorsa vincente, dopo aver trovato un assetto felice per la barca e una solidità dell’equipaggio per l’arrivo del fuoriclasse inglese Ben Ainslie ha cancellato ogni differenza nei confronti di Emirates Team New Zealand che aveva dominato all’inizio, che invece sembra aver iniziato un percorso inverso fino a essere impantanata nelle paludi del dubbio. La pressione che vivono Dean Barker e compagni è notevole, tutta la nazione conta su di loro perché la loro vittoria vale anche un punto di Pil, oltre che la gloria sportiva. Oracle ha giocato molto bene non solo indovinando come e dove modificare la barca, ma conquistando ogni giorno il tempo che gli serviva grazie alle bizze del vento e alle scelte del Comitato, apparse talvolta al limite del buon gusto. Ormai conta dieci vittorie di cui sette consecutive e ha rimontato i due punti di penalità, per molti sul piano sportivo questa è già la vittoria, dimenticati i motivi che hanno portato alla penalità. Adesso gioca a favore di Larry Ellison, finanziatore del team americano, da poco dichiarato al terzo posto tra i ricchi d’America e del mondo. Un uomo che non può e non vuole perdere mai, che ha infuso denari senza sosta oltre che le tecnologie dei suoi data base Oracle. Team New Zealand corre l’ultima regata, che diventa per la vita e per il futuro. La loro sconfitta cambia le sorti del team ma anche quelle della Coppa che oggi sembra vivere l’ultimo giorno dell’era antica. Con Ellison nella stanza dei comandi tutto cambia rispetto alle previsioni della vigilia, perché davvero pochi avranno il coraggio di sfidare il colosso americano. E’ evidente che in caso di sconfitta il sindacato degli All Blacks della vela (intanto quelli veri hanno inviato un bel messaggio di supporto) è destinato a dissolversi: Grant Dalton ha già detto che non vorrà tornare in caso di sconfitta e con lui e possibile che Matteo De Nora smetta di essere la corazzata invisibile che sostiene il team. Insomma, fino a pochi giorni fa la Coppa in Nuova Zelanda sembrava una certezza e adesso non più. I bravi ragazzi ben allenati da Grant Dalton sono sotto l’attacco dei famelici e crudeli campioni olimpici, del pugile James Spithill. L’ago della bussola da qualche giorno ha cambiato direzione, la Coppa ha trovato la sua misura leggendaria. Regata da non perdere questa sera. Intanto si è diffusa la convinzione che sia un gioco allo spettacolo, dove vincenti e perdenti si sono impegnati a tener viva la competizione. Difficile davvero pensare che sia cosi.
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