Considerato il pesce più diffuso e facile da pescare anche il merluzzo ha i suoi problemi. L’alimento che nelle sue diverse finiture, baccalà, stoccafisso, ha “motorizzato” il mondo nutrendo schiavi di colore forza lavoro degli Stati Uniti o contadini delle pianure europee è in difficoltà. La storia della pesca e del pesce di mischia con intelligenza a quella della navigazione e della colonizzazione del continente americano. Al merluzzo si devono anche le barche che hanno fatto da mamma alla goletta America, impiegate sui Banchi di Terranova. Adesso mancano i grossi esemplari da quasi due metri che hanno consentito anche ai Pilgrim Fathers che non a caso sono arrivati con la Mayflower su un promontorio che hanno chiamato Cape Cod, capo merluzzo, di sopravvivere. Si racconta che in quel posto era possibile pescare con i cesti dalla spiaggia con la bassa marea, e che anche le aragoste erano enormi e facili da prendere con le mani con la bassa marea. Si racconta anche che con ogni probabilità i pescatori baschi sapevano benissimo dove era l’America ma che per paura che altri ci andassero a pescare si siano tenuti il segreto per anni. Un libreo da leggere insomma, che talvolta (chissà perchè) nelle librerie è mischiato alle ricette di cucina e non a quelli di storia.     Scritto da Mark Kulansky ed edito da Mondadori.

Un libro che chi ama la navigazione non può non aver letto. La scoperta di come calcolare la longitudine infatti è stata fondamentale per allargare gli orizzonti e la sicurezza della navigazione. Vale forse più dell’uso del Gps, che oggi ci sembra del tutto normale. Se “L’isola del giorno dopo” di Umberto Eco raccontava una storia simile facendone un romanzo (pur partendo da dati storici), il saggio di Dava Sobel è molto scientifico e godibile. Illuminante. E chi ha avuto, avrà la fortuna di visitare il Museo Marittimo di Greenwich potrà percorrere la storia dei cronometri e vederli funzionare. Alcuni sono originali, altri sono riproduzioni. Scoprire il metodo di calcolo della longitudine è stata una vera gara tra scienziati voluta dall’Ammiragliato britannico con un premio in denaro. La precisione degli orologi di bordo era fondamentale.


“Cieli nuovi e terra nuova” è un piccolo grande libro che apre gli occhi sul valore del viaggio di Cristoforo Colombo e la scoperta di Amerigo Vespucci. Il primo è arrivato, il secondo ha capito che quello era davvero il mondo nuovo. Due figure tanto distanti, quanto ambigue. Il viaggio del “templare” Colombo con denari con ogni probabilità di finanziatori islamici costretti dalla regina Isabella e su una rotta forse già nota perchè navigata dai pescatori, è tuttora pieno di dubbi da risolvere. Le domande restano sul tavolo: rotta vera, intenzioni vere, finanziatori veri. Pochi anni separano due uomini che sono di epoche culturali completamente diverse. Alle illusioni del primo la lucida razionalità del secondo. Un libro quasi introvabile, scritto da Vittorio Beonio Brocchieri per Rosellina Archinto, con la traduzione delle lettere originali e il commento sintetico e preciso dell’autore.

La forza della squadra, della sua capacità di costruire velocità attraverso la condivisione degli obiettivi con la comunicazione tra i diversi settori è stato, e dovrebbe ancora, essere un esempio da seguire da parte di chi vuole vincere senza budget stratosferici ma guardando ai risultati. Il team neozelandese affonda le sue radici negli anni ottanta. quando sir Michael Fay decide di finanziare una sfida per la Coppa America australiana. Ma il vero Team New Zealand è quello voluto da sir Peter Blake per la sfida vincende del 1995 e poi la difesa vincente del 2000. Team Think è un modo di vivere… forse non esportabile in un team italiano dove gli ego non sono mai messi da parte ma anzi continuano a lavorare. Il team è anche quello che ha consentito a Russell Coutts di diventare l’uomo che ha vinto di più in Coppa America: debutta nel 92 contro il Moro in due regate inutili quando la partita era ormai persa ma vince nel 95, 2000, 2003, 2010. Avrebbe vinto anche nel 2007.

Theory of Wing section di Abbot e Von Doenhoff è uno dei testi più diffusi nei politecnici per iniziare a capire che cosa sono e come funzionano le ali. Abbot quando ha scritto il libro era direttore della sezione ricerche della Nasa… un posto dove le ali servivano molto. Letto ormai da generazioni di ingegneri, progettisti e talvolta curiosi serve a costruire una base teorica un poco più solida del solito passaparola in cui i velisti sono espertissimi. Non ci sono tutti i profili più nuovi e aggiornati, frutto di solito di ricerche universitarie americane e tedesche, ma comunque spiega bene cosa succede a un profilo solido che scorre in un liquido. Angolo di attacco, allungamento, distribuzione dei carichi etc diventano concetti più familiari e comprensibili. Si possono comprendere meglio anche tante regolazioni delle vele e il tuning della barca. Nel caso è da segnalare uno dei pochi testi che affrontano in maniera moderna e attendibile il problema lasciando da parte molte favole racontate dai manuali che è “Arte e Scienza della vela” di Tom Whidden, uno dei velisti più forti del recente passato con un certo numero di vittorie della Coppa America come tattico di Dennis Conner e presidente di North Sail.

Per chi vuole curiosare sul sito della Nasa alla ricerca di nuove e vecchie teorie
Nasa Technical Reports

Ha fatto paura a tutti i marinai del mondo, durante i secoli delle grandi navigazioni e delle flotte delle grandi battaglie a vela ha fatto più vittime dei cannoni. In un libro ben scritto la storia dello scorbuto e della scoperta del suo rimedio: la vitamina C, acido ascorbico. Pochi sanno che il nome è una contrazione di antiscorbutico. I romani avevano capito che i limoni freschi proteggevano gli equipaggi, l’usanza si era poi persa nei secoli e prima di tornare a capire quali alimenti erano davvero utili ci sono voluti quasi duemila anni. Prima dei viaggi di scoperta era difficile che le navi restassero in mare per un tempo così lungo da favorire l’insorgere dello scorbuto. I primi sintomi insorgono infatti dopo due, tre settimane di alimentazione povera di vitamina C, e tra questi proprio quello di essere “scorbutici”. Il problema diventa grave al tempo delle grandi flotte, soprattutto quella inglese, e delle tremende usanze di bordo. Gli equipaggi erano infatti prigionieri sulla loro nave per mesi, con alimentazione in prevalenza fatta di cibi conservati e quindi poveri di vitamina C. Forzati a bordo anche quando le navi erano in rada, per evitare diserzioni. I medici dellAmmiragliato britannico si perdono nella burocrazia e i primi risultati concreti sono del settencendo, con i viaggi di Cook che porta verdure quasi fresche. Alla fine del libro si scopre che anche noi marinai del terzo millennio dobbiamo proteggerci, perchè in realtà nella nostra alimentazione che ci spinge verso il sovrappeso mancano comunque alcuni cibi fondamentali.
Insomma, un libro che chi naviga fa bene a leggere, per tornare al passato delle grandi navigazioni ma anche scoprire scorci di vita a bordo. Dove si trova? Nelle librerie inglesi e americane sul Web. L’autore è Stephen R. Bown l’editore è St Martin’s Press.

per corrispondenza Barnes&Noble