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Luna Rossa naviga

Per Luna Rossa dopo il battesimo con la grande festa primi bordi di collaudo. Le prime foto arrivano dal Golfo di Hauraki con molta gente a bordo, oltre ai velisti si vedono bene gli ingegneri che misurano sforzi e resistenza della barca in diverse situazioni. C’era Frank Cammas, il francese esperto di catamarani che è appena arrivato dalla vittoria della Volvo Race. La rosa dei timonieri possibili finora non lo comprendeva in maniera evidente ed era di quattro persone: oltre a Bruni, che finora sugli AC 45 ha fatto il tattico, ci sono lo spagnolo Iker Martinez, scelto per la sua predilezione per le alte velocità visto che ha partecipato alla Volvo Race (le cui barche arrivano ai 40 nodi come queste) e alle Olimpiadi con il 49er, altra barca scattante. Gli altri due sono i giovani che hanno condotto gli AC 45 negli eventi dell’anno scorso vale a dire Chris Draper e Paul Campbel Jones. Quest’ultimo il meno quotato, visto che non ha mostrato la sicurezza che aveva con gli Extreme. A bordo, ovviamente, si riconosce lo skipper Max Sirena e il responsabile della costruzione Matteo Plazzi, due esperti di poliscafi con vela rigida, che hanno navigato e gestito l’ala di Bmw Oracle. In questi giorni le uscite di Luna Rossa sono indirizzate al collaudo per verificare le strutture. Luna Rossa però ha una sola deriva: nella scassa sopravent onon c’è nulla, significa che ne hanno costruita una sola? Probabile, durante il varo le derive che sono state mostrate al pubblico erano del tutto provvisorie, fatte solo per impieghi scenografici: chi le ha viste da vicino ha potuto rendersi conto della finitura sommaria. Il sindacato di Patrizio Bertelli tuttavia naviga con una certa tranquillità: la barca è praticamente gemella di Emirates Team New Zealand che ha navigato senza risparmio per 16 giorni in ogni condizione di vento anche nella condizione “aliscafo” per cui sono progettate. New Zealand si alza sulle ali già con un vento di 16 nodi con cui raggiunge velocità di 33 nodi. Grant Dalton, lo skipper neozelandese si è detto sicuro che la barca italiana sarà più veloce della sua: “abbiamo lavorato insieme in una direzione che ci darà dei vantaggi, è la prima volta che sono contento dei progressi di un avversario, perché questo significa che abbiamo scelto la strada giusta per la nostra seconda barca”. L’alleanza tra i due sindacati insomma funziona senza reticenze: il modo migliore per ottenere davvero buoni risultati. New Zealand è in cantiere per alcuni giorni per piccole modifiche, poi saranno organizzate delle regate tra le due barche: il regolamento infatti consente la progettazione comune ma non gli allenamenti se non in forma di vera regata con un vero Comitato. Tutto questo mentre gli avversari di Artemis si preparano a navigare su una barca molto diversa, che non sembra disegnata per volare sull’acqua. Il defender Oracle, dopo lo spettacolare ribaltamento, sarà in cantiere per le riparazioni fino a gennaio. Un disastro non solo economico, che è un grande vantaggio per gli avversari che potranno invece allenarsi e raccogliere dati preziosi.