Mascalzone convince, Azzurra si perde
Cominciamo dalla cavalcata vittoriosa di Mascalzone Latino Audi Team contro Artemis. Intanto una premessa: il timoniere Gavin Brady e il tattico Morgan Larson hanno navigato in Coppa America nel 2000 su America One chiamati dal maestro Paul Cayard. Anche il timoniere di Artemis Terry Hutchinson era su quella barca che ha fatto tanto soffrire Luna Rossa. Insomma, una regata che era anche una riunione di famiglia, se così si può dire. Una regata in cui Gavin ha sfoderato tutta la precisa aggressività di cui può disporre: enfant terrible, svelto nel prendere fuoco ha un carattere duro. Ma anche una mano felice alla ruota, ed era un giorno buono. Decisiva la partenza: dopo uno scambio di cortesie nel dial up (la manovra in cui le due barche sono ferme contro vento) Mascalzone insegue l’avversario per controllarlo. Artemis tenta una strambata per liberarsi, ma il tattico Morgan Larson alza la bandiera di protesta e gli umpire gli danno ragione: strambata troppo vicina all’avversario. Correre una regata così breve con una penalità è un pesante fardello, che influenza ogni decisione. Per vincere ci sono due possibilità: una è pareggiare i conti e somministrarne una all’avversario e poi stargli davanti. L’altra è conquistare un vantaggio di almeno centocinquanta metri. Mascalzone Latino non ha lasciato spazio agli avversari e ha chiuso la regata primo sulla linea di arrivo nonostante un pasticcio con il gennaker alla prima issata. Racconta il timoniere della barca di Vincenzo Onorato e Larà Ciribì descrivendo la penalità: “Le regole sono chiare, per avere le mure a dritta devi avere le vele a dritta… e loro non le avevano. Ci hanno dato la possibilità di conquistare una penalità e noi l’abbiamo sfruttata. Dopo abbiamo manovrato per non correre rischi e siamo rimasti sulla destra del box di partenza. Il gennaker non era armato bene ed è uscito… non avevamo ancora il tangone ed eravamo un poco in ritardo”.
Azzurra invece non riesce nell’impresa di battere Emirates Team New Zealand e accomodarsi a pari punti in testa alla classifica. Ci era riuscita a Nizza, per due volte di seguito nella finale in una umida mattina di bonaccia e nebbia di fronte al lungomare, non riesce a Auckland. Anzi, la barca italiana è sempre stata molto lontana dagli avversari, che l’hanno dominata in partenza e lungo il percorso. La scelta fondamentale è stata quella iniziale: da che parte del campo cercare il vento migliore. Volevano tutti la sinistra, kiwi e azzurri. Ma l’ha ottenuta Dean Barker usando tutta la energie di cui può disporre. La regata, in pratica, si è chiusa lì, nei pochi minuti della partenza e non si è mai riaperta. La situazione in classifica per Azzurra cambia radicalmente, perché deve lasciare il secondo posto e si ritrova a tre punti assieme ad altri ormai pericolosi avversari. Dice Gabriele Bruni, fratello del timoniere Francesco che naviga con il ruolo di stratega, ovvero l’uomo che sale sull’albero in cerca del vento: “la chiamata era per il pin end (ovvero il lato sinistro della linea di partenza) ma l’hanno conquistato loro. Abbiamo iniziato a navigare a destra del campo in una situazione in cui era sempre più difficile tornare. Speravamo in una rotazione del vento che non è mai arrivata”. Replica Francesco: “Una giornata negativa, non sono riuscito a dare a Tommaso la sinistra che mi chiedeva in partenza, poi lungo la bolina abbiamo sperato che il vento tornasse un po’ ma non è mai successo. Adesso dobbiamo guardare avanti”.
Le altre regate del giorno vedono prevalere senza troppe difficoltà TeamOrigin nei confronti dei russi di Synergy e All4One ai danni di Aleph.
Mancano due soli giorni alla conclusione del primo round robin e comincia a diventare importante conquistare punti, anche se non determinante per il passaggio alla fase eliminatoria successiva. I neozelandesi sono imbattuti e dietro di loro ci sono quattro barche con tre punti. Nel programma del sesto volo l’incontro diretto tra Azzurra e Mascalzone Latino Audi Team, determinante per la classifica. Tra gli equipaggi dei due team c’è grande amicizia… ma i doveri di classifica faranno la loro parte in mare.