Si ricomincia a parlare di Volvo Race, il team dell’organizzazione si è installato ad Alicante che sarà la sede della partenza delle prossime edizioni e ha rilasciato il nuovo percorso, simile a quello della scorsa edizione con la prima tappa che arriva a Città del Capo in Sud Africa e la lunga “bolina” in Atlantico. Di fatto sono pochi a bolinare davvero e a perdersi lungo il continente nero, la rotta solita è la “brasiliana” la stessa che ha consentito ai navigatori portoghesi di scoprire l’America del Sud cercando il vento giusto per superare l’Africa. I monoscafi della Volvo Race sono stati i primi a superare ad avvicinare in maniera costante le prestazioni dei multiscafi, con medie abituali di 500 miglia al giorno.
Nel video uno dei partecipanti alla passata edizione, Puma dello skipper Ken Read.
Tutti a casa: lo squadrone che ha appena portato a San Francisco la Coppa America è sciolto. Restano a libro paga solo alcuni dirigenti, gli uomini della manutenzione della barca e poco altro. Provvedimento molto “americano” visto che ad alcuni componenti del team, con un effetto Lehman Brothers, il badge per entrare alla base non funziona più dal giorno dopo la grande festa… La Coppa America finisce sempre così, per chi ha lavorato è una specie di rientro dal Vietnam: dopo la guerra il nulla, il vuoto delle piccole regate che poco hanno da dividere con il grande evento.
Del resto Russel Coutts aveva assoldato tutti i più bravi della Coppa, non solo per usarli ma anche per non lasciarli agli avversari. Dentro Bmw c’era un team per la gestione delle regate di match race in monoscafo, un team per il trimarano, uno stuolo di tecnici. Alla fine i due giorni di regata sono costati probabilmente (dati certi sono pochi) più di ogni altra partecipazione alla Coppa.
Dopo il “tutti a casa” ci sarà però la ricostruzione, Russell Coutts appena saranno chiare le regole per la prossima edizione si metterà al lavoro per ricostruire un team adatto. Al momento sembra che siano rimasti sotto contratto il timoniere James Spithill, il tattico John Kostecki, Tom Ehman che si è rivelato un mastino nel controllare Alinghi “a terra”, dovrebbero essere confermati il coordinatore del progetto Mike Drummond e il responsabile della costruzione Mark Turner. Due neozelandesi. Il futuro? Ci potrebbe essere un clamoroso ritorno con Russel dell’inseparabile Brad Butterworth, con qualche altro ex rimasto con Alinghi.
Inizia il 9 marzo la seconda tappa del Louis Vuitton Trophy. E comincia con un’aria nuova, perchè dopo la conclusione della Coppa America a Valencia i team partecipanti possono davvero pensare di partecipare alla coppa 34 da sfidanti. Insomma, è finita l’aria di incertezza che ha dominato gli ultimi tre anni. I sindacati parecipanti sono otto, i padroni di casa di Emirates Team New Zealand mettono a disposizione due barche, su cui si alterneranno gli equipaggi. Dall’Italia arrivano il Challenger of Record della Coppa 34 Mascalzone Latino Audi Team con il timoniere Gavin Brady, il tattico Flavio Favini e un equipaggio internazionale. C’è Azzurra, che si sta attrezzando per realizzare un team vero e adatto alla Coppa attorno al timoniere Francesco Bruni e al tattico Tommaso Chieffi. Azzurra arriva in Nuova Zelanda con tutte la pressione psicologica che deriva dalla vittoria di Nizza. L’unico sindacato presente anche l’anno scorso, oltre ad Emirates Team New Zealand, è l’inglese Team Origin dello skipper Ben Ainslie , vincitore di quattro medaglie olimpiche, con l’amico Ian Percy tattico. Gli inglesi sono animati da sir Keith Mills, uomo che ha propiziato le Olimpiadi di Londra e che ha acquistato una barca da Alinghi. Ha mantenuto un certo distacco dal sindacato svizzero anche se era considerato tra i “satelliti” ovvero quelli che seguivano la linea “politica” definita da Bertarelli.
Saranno in acqua i quattro team che hanno debuttato a Nizza: il francese ALEPH Sailing Team è guidato dallo skipper Bertrand Pacé; All4One è una combinata franco/tedesca con lo skipper Jochen Schümann; lo svedese Artemis schiera come skipper Paul Cayard che al momento è presidente della WSTA che organizza le regate. Il russo Synergy Russian Sailing Team ha come skipper Karol Jablonski.
La tradizione dei grandi 50 piedi da crociera di Jeanneau inizia una quindicina di anni fa con un progetto che ha avuto grande fortuna, il Sun Odyssey 51. Era uno dei primissimi quattro cabine quattro bagni di quindici metri, una barca molto longeva la cui carena dopo aver preso il nome di 52.2, ha smesso di essere prodotta da poco. Il disegno della carena era di Farr ma la sua impostazione vedeva tra i responsabili Japec Jacopin, sloveno geniale che ha detto molto nel mondo della vela e firmato poco.
Il nuovo 53 è un passo avanti in stile, abitabilità, anche velocità. La carena è di Philippe Briand, al resto ha lavorato lo studio Garroni di Genova. E’ una barca di intersezione tra il mondo delle ammiraglie, che costano un sacco di soldi, e barche destinate a un pubblico con portafogli più normali. Ovviamente è proposto in più versioni, destinate al pubblico “owner” che desidera grandi cabine armatoriali e cabina marinaio e a quello “charter” con le sue esigenze di affollamento. Per tutte lo stesso prezzo di partenza, 250 mila euro più Iva. Per portarla in mare servono oltre alle tasse altri cinquantamila euro per trasporto e optional necessari. Una quotazione che resta senz’altro interessante per il rapporto qualità prezzo della barca.
Frank Cammas ha finalmente superato “virtualmente” Orange II al momento il più rapido attorno al mondo secondo le regole del trofeo Jules Verne. Groupama all’altezza della Nuova Zelanda è circa 200 miglia in vantaggio su Orange II, che alla media cui stanno correndo in tempo fa circa mezza giornata. Ancora poco per scendere sotto il muro dei 50 giorni. Cammas ha stabilito il record di traversata dell’Oceano Indiano con 8 giorni 18 ore e 19 minuti, in condizioni di vento e mare considerate non del tutto favorevoli alla sua barca. In queste ore è lanciato verso Capo Horn. Il mare è pessimo ma la temperatura quasi estiva, tuttavia sono segnalati iceberg molto a nord vicino al capo. Partito fortissimo Cammas dopo solo sei giorni era 620 miglia in vantaggio, poi è incappato nelle bonacce atlantiche che lo hanno rallentato molto.
Non solo per fare affari, per risparmiare qualche euro, ma anche per trovare l’introvabile. Solo qualche anno fa le aziende non erano attrezzate per la vendita per corrispondenza, c’era anche una grande diffidenza per disavventure nelle spedizioni. Al momento gli acquisti sono ragionevolmente sicuri in tutta Europa, facendo attenzione alle spese di spedizione, mentre dagli Stati Uniti e dal resto del mondo la situazione può essere più difficile per, non accade sempre, la sosta in dogana e talvolta il sovrapprezzo che viene applicato. Di solito buste lettera, con ricambi piccoli leggeri passano senza troppi problemi.
Tra i link proponiamo una prima scelta di cataloghi molto diffusi e consultati. In generale i prezzi tendono a essere migliori nei paesi anglo sassoni, dove si può trovare anche molto usato. In questo caso è utile anche Ebay, dove è possibile reperire ricambi e altro. Utile per esempio per arricchire di elettronica della stessa generazione (quindi con meno problemi di connessione tra diversi strumenti che talvolta non sono compatibili anche se della stessa marca).
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Le prime indiscrezioni e dichiarazioni riguardo la edizione 34 della Coppa America rispettano, finora, le promesse di semplicità e trasparenza della vigilia. Larry Ellison con la collaborazione di Vincenzo Onorato vuole ristabilire un equilibrio tra defender e sfidanti che è servito a fare grande la Coppa America moderna. I punti chiave del Mutual Consent firmato dal Golden Gate Yacht Club e dal Club Nautico Roma (che diventa Challenger of Record, primo degli sfidanti) sono al momento semplici. Intanto le regate e l’organizzazione dell’evento saranno gestite in maniera indipendente da un organismo autonomo e condiviso tra una commissione di challenger, che sarà presto istitutita. A questo proposito sembra di capire che saranno stabiliti dei filtri di accesso, in maniera che siano ammessi sindacati credibili e “solventi” e non una pletora di gente che tenta di rifarsi l’immagine con la Coppa senza avere nessuna intenzione di partecipare, o denari per farlo. I challenger faranno le loro regate di selezione senza avere tra i piedi il defender, come è sempre stato: il vantaggio di poter vedere le barche in anticipo sulla regata può essere consistente e Ellison in qualche modo rispetta la tradizione. Di più: sembra che nel’eventualità si presentino dei sindacati per sostenere la difesa Ellison accetterà di fare delle selezioni. Un tempo la Coppa era più interessante per le selezioni defender che per quelle challenger, è il caso per esempio del 77, edizione vinta da Ted Turner con Courageous.
E’ molto probabile il ritorno di Louis Vuitton come sponsor principale delle regate di selezione e forse dell’evento. La presenza di Louis Vuitton era inserita in uno dei documenti che Alinghi non ha coluto sottoscrivere. Il Golden Gate chiedeva che una rappresentanza degli sfidanti potesse entrare nel consiglio direttivo di Ac Management con un ruolo attivo (per tutelare la divisione di eventuali profitti) o in alternativa delle regate di selezione autonome organizzate da Louis Vuitton, in pratica il ritorno della LV Cup come praticata dall’83 al 2003. Cosa al momento del tutto probabile.
Vincenzo Onorato ha già dichiarato che tenterà di portare più eventi preparatori possibile in Italia. E’ probabile che le vecchie barche saranno usate per gli “Act” (al momento l’unica eredità di Alinghi) con un meccanismo che costringe i sindacati a partecipare ma non fa troppa classifica. Le nuove barche dovrebbero essere dei monoscafi veloci con una decina di uomini di equipaggio, Coutts spinge per una barca più veloce degli Iacc soprattutto in poppa. Regole e programma saranno comunque condivisi con gli sfidanti più credibili.
La buona intenzione è di arrivare a un programma e a regole condivise, dopo che Bertarelli per troppo tempo ha affermato “la Coppa sono io”.
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